Verona al primo posto tra i migliori atenei d’Italia. Insieme all’università di Trento è, infatti, al vertice della classifica pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore. L’indagine sulla qualità degli atenei si basa per metà sugli indicatori della didattica e per metà su quelli della ricerca. Proprio in quest’ultimo ambito Verona si conferma come eccellenza italiana, ottenendo il punteggio massimo di 99 su 100 e staccando di sette punti il secondo classificato.
Secondo l’indagine del Sole 24 Ore, l’ateneo scaligero si distingue in particolare per la qualità della produzione scientifica (giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur), la competitività (capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca) e la qualità dei dottorati (giudizi ottenuti dall’alta formazione nella valutazione Anvur). Per l’elaborazione della classifica quest’anno il Sole 24 Ore si è basato sul rapporto del 2013 dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Proprio in questo rapporto Verona ha ottenuto il terzo posto tra le eccellenze nella ricerca italiana, primo assoluto in medicina. Per l’ateneo scaligero si tratta di una vera e propria escalation nella classifica del Sole 24 Ore guadagnando posizioni importanti. Dal 25° posto del 2012, al terzo del 2013 fino a guadagnare quest’anno il vertice della graduatoria.
“È una splendida notizia apprendere che l’università di Verona è al primo posto a pari merito con l’università di Trento tra gli atenei statali nella classifica de Il Sole 24 Ore- ha commentato il rettore Nicola Sartor – . Siamo i primi assoluti sul fronte della ricerca e tra i migliori per la didattica. Sono infatti convinto che proprio la buona ricerca possa portare anche importanti riscontri in quest’ultimo ambito. Nel 2012, sulla base della stessa classifica, Verona aveva ottenuto il 25° posto. Questo salto di qualità è molto importante in quanto rende visibili e premia gli sforzi realizzati negli ultimi anni. Tali risultati– ha continuato Sartor – offrono una maggiore visibilità nazionale al nostro ateneo che potrebbe tradursi in una crescita dei nostri iscritti, da fuori regione e dall’estero. Credo, infatti, che la compresenza di studenti con esperienze e provenienze diverse sia un arricchimento per tutti”.