Penultimo appuntamento con la Stagione Concertistica d’Ateneo dell’Università degli Studi dell’Insubria: venerdì 11 aprile 2014, ore 18, si esibirà nell’Aula Magna di via Ravasi 2, a Varese, l’Orchestra da Camera Ferruccio Busoni, nel concerto “Classicismo e raffinatezza”.
Si tratta di un gradito ritorno a Varese per lo complesso storico fondato nel 1965, una delle prime orchestre da camera sorte in Italia nel dopoguerra, diretta da Massimo Belli e per l’occasione con il solista Stefano Maffizzoni al flauto. Nel concerto “Classicismo e raffinatezza” l’ensemble eseguirà brani del compositore settecentesco Luigi Boccherini; la celebre “Eine kleine Nachtmusik” di Mozart; la serenata per archi di Edward Elgar, considerato il padre della musica inglese del Novecento, e la Fantasia Pastorale Ungherese di Franz Doppler.
L’evento è aperto alla cittadinanza ed è gratuito.
“L’Orchestra Busoni è molto buona dal punto di vista della qualità sonora, ed anche tecnicamente è molto ben preparata. Massimo Belli ha dentro di sé un’emozione che trasmette, un’emozione positiva, un’energia, ed è molto importante.”, ad esprimersi così il Maestro Salvatore Accardo, a proposito del più antico complesso storico della regione Friuli Venezia Giulia, una delle prime orchestre da camera sorte in Italia nel dopoguerra. Composta da affermati strumentisti con lunga esperienza concertistica nel campo solistico e cameristico nonché vincitori di concorsi internazionali, l’Orchestra Busoni si è posta all’attenzione del pubblico e della critica impegnandosi soprattutto nella diffusione della musica contemporanea e ha al suo attivo molte prime esecuzioni assolute di compositori quali: Nieder, Sofianopulo, Margola, Conti, Viozzi, Coral.
Chiusura di Stagione dai ritmi sudamericani, mercoledì 7 maggio, con il concerto “Quitanda Brasilera: A Night of Brazilian Choros and Bossa Nova”. Il “João Silveira Quarteto” intratterrà il pubblico con i coinvolgenti ritmi di samba, bossa nova e choro.
Per approfondire, dal libretto di sala:
Luigi Boccherini fu compositore così amato e popolare al suo tempo da essere vittima di imitazioni e plagi. Lo stesso Concerto op. 27 per flauto e orchestra pare sia in realtà un esercizio di stile di un compositore boemo, tal Franz Xavier Pokorny. Ma le controversie musicologiche ci interessano poco, tanto godibile e fresco è ancor oggi questo concerto, che è scritto per evidenziare le qualità del flauto solista.
La “Piccola musica notturna” di Mozart è, giustamente, fra i brani più famosi e immediatamente riconoscibili del genio di Salisburgo. Per la felicità dell’ispirazione e la freschezza dei temi, è sicuramente una delle sue composizioni più amate ed eseguite. Terminata nell’estate del 1787, mentre era al lavoro sul Don Giovanni, è sicuramente frutto di una commissione, rimasta ignota, e il titolo con cui è arrivata a noi deriva da un’annotazione di Mozart sul catalogo personale delle sue composizioni. Rimase inedita fino al 1827, pur avendola l’editore André acquistata dalla vedova di Mozart, Costanza, già nel 1799.
Edward Elgar è considerato uno dei rinnovatori della musica inglese nel cinquantennio che va dal 1880 al 1930. Agirono sulla sua formazione musicale gli insegnamenti delle opere di Wagner e l’amore per i compositori ottocenteschi tedeschi e francesi; il compositore si dedicò a quasi tutti i generi musicali. Composta nel 1892, la Serenata per archi in mi minore è una delle sue composizioni strumentali più raffinate. Di stampo quasi mendelssohniano, pur rientrando in quella produzione fatta soprattutto di pezzi salottieri, brani per violino, pianoforte o piccoli complessi da camera che caratterizza l’attività compositiva di Elgar almeno fino alla fine dell’800, permette comunque di apprezzare la grande vena melodica e la padronanza dei mezzi orchestrali di un autore che, muovendosi nel solco della tradizione, fu definito come il padre della musica inglese del Novecento storico.
Franz Doppler, figlio d’arte, fu eminente flautista oltre che compositore e molti suoi lavori furono destinati al flauto solista o al duo di flauti, per essere eseguiti assieme al fratello Karl, flautista anch’egli. La Fantasia Pastorale Ungherese è un brano classico del repertorio per questo elegante strumento. Consiste di tre movimenti, con alla base motivi di ispirazione popolare e appare molto ben congegnata per dare il massimo risalto al flauto, alle sue volute virtuosistiche e alla sua tenue malinconia.