Si tratta di una proposta che riguarda gli studenti delle scuole superiori venete e che avrebbe come scopo quello di contrastare lo spaccio e il consumo di droghe tra i giovani. Quello dell’uso di sostanze dopanti tra gli studenti è un tema caldo e sempre attuale che ha portato l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, ad elaborare la proposta.
Secondo i risultati di un questionario anonimo proposto a oltre 1600 studenti veronesi tra i 13 e i 19 anni, uno studente su cinque ammette di fare uso di droghe e uno su due dice di veder spesso girare la sostanze stupefacenti a scuola. L’assessore si dice preoccupata dai risultati delle indagini: “Non è tollerabile che nella “palestra” dei cervelli si utilizzino sostanze che alterano le funzioni cerebrali, e purtroppo in maniera irreversibile, data la giovane età dei consumatori“. La questione dell’uso di droghe e della dipendenza è un tema del quale è importante parlare nelle scuole, ambienti in cui i ragazzi si formano e creano il loro futuro.
La proposta scaturisce dai risultati di uno degli ultimi controlli eseguiti da Carabinieri, Polizia di Stato e locale nello scorso mese. Da qualche tempo infatti, le autorità effettuano i controlli a campione nelle scuole superiori venete e la presenza di droghe negli zaini degli studenti sembra quasi immancabile.
Il costo dei test sarebbe contenuto e sostenibile: secondo le stime si aggirerebbe attorno ai 2 euro a persona per un test completo allo scopo di individuare uso di anfetamine, cocaina, ecstasy, oppiacei, morfina, cannabinoidi (marijuana, hashish, cannabis). Il totale sarebbe quindi di circa 400mila euro: “si tratta solo di volontà” dichiara l’assessore. “Introdurre controlli sistematici e a tappeto significa dare un preciso segnale, in termini di valori sociali e di responsabilità personale“.