Nuovo caso di omofobia all’interno di una scuola italiana: ad esserne coinvolto, in prima persona, è il dirigente scolastico del Liceo scientifico “Alfredo Oriani” di Ravenna. Su segnalazione di alcuni collaboratori scolastici, il medesimo sarebbe venuto a conoscenza di una scritta offensiva nei suoi riguardi, presente su uno dei muri della scuola. Non è una novità che le pareti esterne degli edifici scolastici diventino sfondo per frasi sentimentali, goliardiche od offensive: la frase in questione – “Il preside è gay”– ha comunque fatto il proprio effetto.
Ciò che più ha sorpreso della vicenda è stata la reazione stessa del preside, che ha chiesto ai propri collaboratori di non cancellare la scritta: “La scritta resti lì, come pietra d’inciampo per l’intelligenza umana” ha dichiarato l’interessato in uno sfogo su Facebook, accolto con like e commenti da numerosi utenti. La riflessione del dirigente scolastico, infatti, si è voluta focalizzare non tanto sull’accusa in relazione ad una condizione, quanto sul pensiero cattivo e negativo partito da uno studente. Un segno tangibile di quanto l’omofobia rappresenti ancora un atteggiamento dilagante tra gli studenti più giovani.
Goliardia o meno, nelle intenzioni del preside la scritta rimane come segno di riflessione sulla sconsideratezza di alcune piaghe sociali, quali l’omofobia e la critica ad ogni forma di diversità. Da qui, dunque, lo spunto per un possibile messaggio educativo, che si rivolga a temi ancora all’ordine del giorno tra gli studenti, come bullismo e discriminazione; messaggio che ha già raccolto, come racconta lo stesso dirigente, solidarietà virtuale ma anche condivisa tra nuovi e vecchi studenti.