Una rivista giapponese conosciuta con il nome di “Shukan Spa” ha stilato una classifica dei cinque atenei nipponici in cui è più semplice trovare studentesse disposte a fare sesso durante i gyaranomi, party a base di alcool.
La notizia è divenuta presto virale grazie all’appello di Kazuna Yamamoto, studentessa iscritta a Relazioni Internazionali all’International Christian University. La giovane donna ha postato la denuncia su Change.org, scegliendo volontariamente di tradurla in più lingue per raggiungere un pubblico più vasto e chiedendo l’immediata ritrattazione dell’articolo. Tre delle università coinvolte nella bufera, femminili e private, non hanno esitato un attimo nell’appoggiare la causa della studentessa.
La sua petizione, volta a combattere un atteggiamento sessista ancora radicato all’interno della società giapponese, ha raggiunto nel giro di poche ore 40 mila firme e ottenuto le scuse del direttore della rivista divenuta oggetto di critiche. L’uomo ha definito l’accaduto come un incidente sebbene i dati riportati apparissero tutt’altro che ironici ed impliciti.