Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato ospite per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2018/2019 dell’Università di Firenze. Il capo dello stato ha presenziato all’evento tenutosi a Palazzo Vecchio, e nell’occasione ha anche parlato di cultura, università, giovani e futuro.
“Le università sono il luogo principale per affermare la cultura del paese” e “hanno un ruolo fondamentale per la democrazia e la Repubblica”. Queste le parole del Presidente Mattarella, accolto dall’inno di Mameli e da un lungo applauso del sindaco – Dario Nardella – e di tutti gli ospiti presenti in sala.
“Le università sono il luogo principe perché non si abbandoni la prospettiva del futuro e la responsabilità di costruirlo” ha dichiarato il Presidente. “Uno dei rischi che si corre in questa stagione, come in tutte – ha proseguito Mattarella – è di rimanere prigionieri del presente, di essere confinati ad un oggi senza passato e senza orizzonti, in cui si guarda con indifferenza alla storia, all’esperienza, agli insegnamenti e ai suggerimenti del passato, e con indifferenza alle prospettive future, al di là delle ore che si vivono. Questo rischio di essere catturati da un presente immutabile senza passato né futuro è quello che la cultura esorcizza e sconfigge. E questo è il compito affidato al sistema dell’istruzione”.
Imparare dal passato, dunque, e dagli errori commessi: serve una società consapevole, attiva e, soprattutto, non indifferente alla storia e agli insegnamenti che essa è in grado di fornire. Fondamentale è l’istruzione, alla quale è affidato il compito di armare le menti dei giovani, garantendo anche gli strumenti necessari per affrontare il domani. Resta da chiedersi se la nostra Università sia in grado di adempiere a un compito così importante. Secondo il Rettore dell’Università Fiorentina Luigi Dei, sì. “L’università sarebbe pronta, con risorse proprie, a fare investimenti in capitale umano e in infrastrutture” ha detto, continuando poi con una riflessione più ampia sul problema dell’università: “Tuttavia, dobbiamo considerare che le politiche governative ci impediscono progettualità a lungo a raggio”.
La situazione dell’Università italiana, e di tutto il settore dell’istruzione, sembrano, nonostante le parole di Mattarella, non preoccupare il governo, la cui agenda politica sembra essere orientata verso altri obiettivi. A confermare la tragicità della situazione alcuni dati: l’Italia occupa il penultimo posto in Europa per quanto riguarda il numero di laureati; le spese economiche per continuare gli studi sono tra le più alte in Europa, e nessun aiuto arriva dalle istituzioni; molti dei laureati fuggono, il più presto possibile, all’estero, in quello che da tutti è definito il fenomeno della “fuga dei cervelli”.
“Dobbiamo realizzare gli obiettivi che ci da l’Europa sull’incremento dei laureati nella fascia 25-34 anni, ma non saremo mai in grado di reggere l’impatto di un incremento della popolazione studentesca a causa delle deficienze infrastrutturali, le quali si risolvono solo con decisi interventi finanziari governativi su base pluriennale” ha concluso il Luigi Dei.