Al via le prime misure di attuazione del Programma Nazionale per la Ricerca presentato il 2 maggio scorso dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, con 20 milioni di euro che vengono stanziati per la promozione di 230 dottorati innovativi e altri 30 milioni a disposizione per l’attrazione di ricercatori di eccellenza e misure di supporto agli studiosi italiani che intendano partecipare ai bandi europei.
Pronto anche l’avviso da 3 milioni per la costituzione di 4 nuovi cluster (Made in Italy, Beni Culturali, Energia e Blue Growth) che, insieme agli altri 8 già esistenti, in autunno potranno partecipare al bando da circa 400 milionidestinati a ricerca industriale e cooperazione pubblico-privato.
“Con il pacchetto di misure che lanciamo oggi – spiega il Ministro Giannini – prende il via l’attuazione del Programma Nazionale per la Ricerca lanciato a maggio. Avevamo promesso i primi bandi entro l’estate e stiamo rispettando la tempistica. I primi passi del PNR confermano l’attenzione specifica di questo Governo al capitale umano e ai giovani. Prevediamo un pacchetto di interventi innovativi che puntano a sostenere i nostri ricercatori nella competizione per i fondi dell’ERC (European Research Council) e l’attrazione in Italia di chi vince questo tipo di finanziamento. Con i dottorati innovativi rafforziamo – prosegue il Ministro – la collaborazione fra università e imprese, mettendo in contatto il nostro sistema produttivo con i migliori talenti per sostenere e incentivare l’innovazione del Paese”.
‘Fare Ricerca in Italia’
Circa 20 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione vengono destinati al miglioramento delle performance dei nostri ricercatori nei bandi ERC e ad attrarre nel nostro Paese un numero crescente di ricercatori italiani e stranieri di eccellenza. Si tratta della prima tranche di finanziamenti dell’intervento ‘Fare ricerca in Italia’ previsto dal PNR.
Sono previste tre linee di azione:
1) Accompagnamento ai bandi ERC: grazie al finanziamento, università ed enti pubblici di ricerca potranno selezionare i loro migliori ricercatori (con i requisiti necessari per candidarsi ad una competizione ERC nella categoria starting grant) e garantire loro un affiancamento per la presentazione di progetti di ricerca di eccellenza. Per farlo ci saranno sportelli dedicati che serviranno anche ad informare tutti i potenziali interessati sulle opportunità offerte dai bandi ERC. Il Miur riconoscerà anche una specifica premialità alle host institutionsnel caso in cui i ricercatori che abbiano fruito dell’accompagnamento ottengano, in seguito, una valutazione positiva pari ad almeno 75 punti in una procedura indetta da ERC.
2) Potenziamento: beneficiari finali di questo intervento saranno i ricercatori che hanno già partecipato ad una selezione dell’ERC (con una valutazione pari ad A ed un punteggio non inferiore a 75 punti) ma che non hanno ricevuto finanziamenti per esaurimento del budget. Le università e gli enti di ricerca potranno finanziare il rafforzamento delle loro proposte ai fini di una ricandidatura. A patto che questi ricercatori individuino o confermino come host institution (istituzione ospitante) di riferimento università/enti pubblici di ricerca italiani (preferibilmente localizzati nel Mezzogiorno).
3) Attrazione dei vincitori ERC: le università e gli enti pubblici di ricerca garantiranno un finanziamento aggiuntivo a favore dei ricercatori che vinceranno bandi ERC (Starting grant, Consolidator grant, Advanced grant) che scelgano come sede l’Italia. Il finanziamento, in particolare, consentirà di attivare borse di dottorato, o altre iniziative, per favorire la creazione di un team di ricerca a supporto del vincitore ERC.
Ai circa 20 milioni FSC saranno aggiunti altri 10 milioni provenienti dal Fondo per gli investimenti della Ricerca Scientifica e Tecnologica (FIRST) per implementare le azioni sul Centro-Nord, visto che i fondi di Sviluppo e Coesione andranno a finanziare soprattutto il Sud.
Dottorati innovativi, università e imprese più vicine
Venti milioni serviranno a finanziare 230 borse di dottorato destinate alle Università delle Regioni in ritardo di sviluppo (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e delle Regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna). Il decreto prevede il finanziamento di borse di dottorato di durata triennale che sono aggiuntive rispetto a quelle già finanziate in modo tradizionale, per un valore complessivo di 20 milioni di euro. Si tratta di borse di dottorato innovative che prevedono che una parte del percorso si svolga in azienda e all’estero, pensate per creare nuove competenze in settori come quello dei ‘Big data’ o che rispondano a cambiamenti come la strategia di trasformazione del manifatturiero di Industria 4.0. I dottorandi potranno qualificare “in senso industriale” le proprie esperienze formative e di ricerca, con ricadute sia sul tessuto produttivo dei territori interessati dal programma sia occupazionali, successive al conseguimento del dottorato.
I nuovi cluster
Agli 8 cluster già attivi (Aerospazio, Agrifood, Chimica verde, Fabbrica intelligente, Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Scienze della Vita, Tecnologie per gli ambienti di vita, Tecnologie per le Smart Communities) se ne aggiungono altri 4: Made in Italy, Beni Culturali, Energia e Blue Growth. Il bando sarà pubblicato nei prossimi giorni. Inoltre, il Miur ha inviato alla Corte dei Conti due decreti ministeriali in materia di ricerca industriale e di base che semplificano le modalità di concessione di agevolazioni finanziarie e di snellimento di procedure relative alla presentazione di progetti di ricerca.