Elena, 20 anni, di Bergamo, dopo il diploma tecnico turistico ha deciso di iscriversi all’Its “Del turismo e dell’ospitalità” di Cernobbio (Como) per avere un titolo di studio più qualificato e una formazione più concreta e connessa con il mondo del lavoro rispetto a quella universitaria; ora al secondo anno, dopo uno stage estivo di quattro mesi in un prestigioso hotel di Como, è ancora più entusiasta della propria scelta. Ventenne anche Caterina che, diplomata geometra, frequenta l’Its “Nuove tecnologie per il made in Italy ambito Casa” di Perugia: è venuta a conoscenza di questo percorso a scuola, e lo ha scelto per l’interessante connubio tra la teoria e l’esperienza diretta in azienda. A un anno dal diploma presso l’Its “Nuove tecnologie per il made in Italy – ambito Agroalimentare” di Bari, anche Ruggiero è più che soddisfatto della scelta fatta: le competenze acquisite gli hanno permesso di trovare subito occupazione nel settore in cui aveva sempre sognato di lavorare: a soli 22 anni, collabora oggi con il Gruppo d’azione locale di Castel Del Monte occupandosi di valorizzazione delle aree rurali attraverso il sostegno ad aziende agroalimentari e l’organizzazione di eventi enogastronomici. È di Castelfranco Veneto (Treviso) Andrea, 26enne diplomato geometra che dopo due anni di praticantato, non trovando lavoro, ha deciso di iscriversi all’Its per “Il risparmio energetico e nuove tecnologie in bioedilizia” di Padova, confidando che un’ulteriore specializzazione gli consentisse di trovare occupazione. E così è stato: diplomatosi come tecnico superiore lo scorso luglio, a gennaio prossimo inizierà a collaborare con un’azienda di Montebelluna, nel Trevigiano.
Sono solo alcune delle tante storie positive raccontate direttamente dai giovani protagonisti a JOB&Orienta, la manifestazione nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, che presso l’area espositiva del Miur ha visto ospitate ben 30 delle 82 Fondazioni Its costituite in Italia dal 2011 ad oggi. Nati per sostenere i distretti produttivi dei diversi territori, con particolare attenzione ai fabbisogni di innovazione e di aggiornamento tecnologico delle piccole e medie imprese, gli Istituti tecnici superiori rappresentano a livello italiano l’unica offerta formativa non accademica di livello terziario e sono frutto di una strategia innovativa, fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali con l’obiettivo da un lato di formare le nuove figure professionali del futuro, dall’altra di innovare i mestieri della tradizione.
E alle storie si aggiungono i numeri, a dire che i percorsi di istruzione tecnica superiore stanno funzionando davvero.
L’ultima rilevazione Indire – svolta per conto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – conferma il trend di crescita degli iscritti: a cinque anni dalla loro partenza, sono oggi 82 (tra queste 7 di nuove nate nel 2015) le fondazioni Its regolarmente costituite nel nostro Paese e sono 363 i percorsi attivati per un totale di 3.564 diplomati. 7.180 sono i giovani che dal 2011 scelgono questo percorso di studi, che sul fronte occupazionale vede mediamente l’80% dei diplomati trovare lavoro entro un anno.
A commentare i positivi dati presentati a Verona Gabriele Toccafondi, sottosegretario di Stato all’Istruzione: «Gli Its funzionano perché le aziende e le scuole fanno le cose insieme. Dopo il diploma, la formazione terziaria professionalizzante serve e tanto. Serve ai ragazzi e serve al sistema produttivo italiano. 60mila aziende non trovano lavoratori con specifiche competenze e la disoccupazione giovanile è al 40%. La risposta è la scuola con l’alternanza obbligatoria nel triennio e gli Its per le specializzazioni – continua Toccafondi -. Gli Its funzionano perché il 50% delle docenze è svolto dal mondo del lavoro e almeno il 30% delle ore è svolto in tirocinio attivo dentro le aziende».
Arrivano intanto anche nuove regole. «Basta fondi a pioggia – spiega Toccafondi -: il 30% delle risorse per gli Its (ogni anno 20 milioni circa, 14 dal Ministero e altri 7 dalle Regione) sarà assegnato su parametri qualitativi basati per il 40% sull’occupabilità dei ragazzi. Gli Its che riceveranno una valutazione inferiore a 50/100 non riceveranno finanziamenti e, dopo tre anni di valutazioni negative, non potranno più rilasciare titoli di studio».