Dagli studi RAI all’Università degli Studi dell’Insubria: Luca Mercalli è a Varese, mercoledì 20 maggio, per tenere una lezione dal titolo “Clima bene comune: fra etica e comunicazione”.
L’incontro – aperto a tutti gli interessati – è in programma alle ore 18 nell’aula 6TM del Padiglione Morselli, via Ottorino Rossi, 9, Varese. A introdurre la lezione è Federico Pasquaré Mariotto, docente di “Comunicazione delle Emergenze Ambientali” del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione.
Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, è un noto climatologo e giornalista scientifico, ospite fisso della trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio dal 2003 al 2014. Ha recentemente condotto il programma RAI3 “Scala Mercalli”, dedicato alla divulgazione scientifica di temi quali i cambiamenti climatici, le risorse energetiche fossili e rinnovabili, la gestione dei rifiuti, l’uso del territorio e la vulnerabilità agli eventi estremi, la protezione civile e l’agricoltura sostenibile.
Oltre all’attività di divulgatore scientifico in televisione e sulla carta stampata, Luca Mercalli svolge attività di docenza a contratto alla Scuola di Studi Superiori dell’Università di Torino (SSST) e al Politecnico di Torino e tiene seminari regolari anche allo IUAV di Venezia, all’Ecole Centrale de Lyon, e alla Trentino School of Management di Trento.
«L’incontro del 20 maggio rappresenta un’importante occasione per approfondire, con il contributo di uno dei maggiori esperti italiani di meteorologia ed emergenze ambientali, le strategie e gli strumenti per contrastare i cambiamenti climatici, che sono ormai un’innegabile realtà, come confermato dalla “latitanza” dell’estate 2014 nel nostro Paese – spiega il professor Pasquaré Mariotto -. Luca Mercalli, anche attraverso il libro Clima bene comune (scritto con Alessandra Goria), ha scritto pagine fondamentali per sensibilizzare tutti i cittadini alla necessità di preservare, anche attraverso scelte di vita quotidiana, l’integrità dell’ambiente e del clima, beni comuni e insostituibili per la presente generazione, ma soprattutto per quelle che verranno».