Quest’anno parte in anticipo rispetto al passato l’iter per l’assegnazione alle Università statali del Fondo di finanziamento ordinario (FFO). Il decreto con i criteri di ripartizione (6,9 i miliardi stanziati) è stato inviato alla Conferenza dei Rettori (CRUI) per il primo dei pareri previsti per legge. Seguiranno quello del Consiglio universitario nazionale (CUN); quello del Consiglio Nazionale degli studenti universitari (CNSU) e quello dell’ANVUR, l’Agenzia di valutazione del sistema universitario.
“Quest’anno assegneremo i fondi alle università in tempi più congrui: entro giugno – sottolinea il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini – Prima dell’estate gli Atenei avranno certezza delle risorse di cui disporranno per il loro funzionamento. Abbiamo triplicato i fondi, dai 3,5 milioni del 2014 ai 10 di quest’anno, per la mobilità dei professori tra atenei e le chiamate di docenti dall’estero. La quota di risorse distribuite in base alla premialità passa dal 18% al 20% del Fondo: si tratta di 170 milioni in più da assegnare a chi ha i migliori risultati nella ricerca e nella didattica, a chi favorisce la mobilità degli studenti e la partecipazione ai programmi Erasmus”.
L’FFO 2015 prevede una quota base (4,9 miliardi) che sarà ripartita per il 75% su base storica e per il 25% (era il 20% nel 2014) in relazione al costo standard per studente. A disposizione ci sono poi 1,385 miliardi da distribuire in base alle performance degli atenei: i risultati della ricerca scientifica pesano per il 65%, quelli delle politiche di reclutamento per il 20%, i risultati della didattica per il 12%, la capacità di favorire la mobilità degli studenti e la partecipazione a programmi di studio all’estero per il 3%. 5 milioni serviranno a finanziare l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di tipo B per il triennio 2015-2017. Ci sono poi 65 milioni per il ‘Fondo giovani’, che sostiene soprattutto la mobilità internazionale, e 125 milioni destinati alle borse post lauream. Nessuna università potrà registrare una diminuzione delle risorse superiore al 2% rispetto al 2014 (il limite era il 3,5% un anno fa). Non viene fissato alcun limite per il miglioramento dei risultati.