Si è tenuto ieri, giorno 15 Aprile, nell’Aula Magna della Facoltà di “Medicina e Chirurgia” il convegno “ Sopralluogo giudiziario e autopsia: il ruolo del medico legale sulla scena del crimine “ organizzato dai Professori Romano, Barbera, Cascio, Geraci e D’Agati in collaborazione con il Segretariato Italiano Giovani Medici. A scaldare quasi tutte le 150 sedie dell’aula, studenti e dottori non solo dei corsi di laurea in “Medicina e Chirurgia” e “ Tecniche di laboratorio biomedico” ma anche di “Giurisprudenza” e specializzandi della “Scuola per le Professioni Legali”. All’apertura del corso, i professori Romano ed Aguglia, accennando all’importanza di non dividere il sapere “ per scompartimenti stagni ” , hanno sottolineato bene come, all’interno di un procedimento penale, conoscenze mediche e giuridiche si fondano, creando un “tutt’uno” che è bene che sia dominato dai suoi partecipanti, assicurando così la migliore riuscita della querelle giudiziaria. Fatta poi una breve premessa sulla necessità di continuare ad apprendere per crescere, senza considerarsi mai arrivati, i professori, hanno lasciato la parola ed il microfono a 6 dottori della “ Scuola di specializzazione in Medicina Legale “, molto giovani, ma tutti molto brillanti, i quali sono riusciti a catturare l’attenzione della platea per circa due ore e mezza. Si è passati dall’esame del background giuridico di norme che regge il procedimento e il processo penale, a quello più concreto del funzionamento del sopralluogo giudiziario e del ruolo del medico legale in qualità di ausiliario. Si è poi visto nello specifico ( anche attraverso materiale fotografico), come opera un medico legale sulla scena del crimine e quali casi gli si possono presentare. Si è concluso poi, con l’analisi del corretto svolgimento dell’esame autoptico e di quello finalizzato al prelievo di campioni istologici e tossicologici. Un meeting di grande interesse, oltre che per i temi affrontati, anche per le premesse che sono state poste dai professori organizzatori : “ Non c’è bisogno di andare a chiamare professori od esperti di altre parti del mondo, possiamo fare benissimo, contando sulle nostre forze e quindi sui nostri studenti.”