“La sostenibilità del pianeta è legata al ruolo delle donne e per questa ragione bisogna scommettere sulla formazione delle giovani scienziate, studiose, ricercatrici e, in generale, sull’istruzione delle ragazze, a partire dall’infanzia, perché vogliamo che nella scuola le bambine, che potranno offrire forza al sistema politico ed economico del nostro Paese, trovino il principale strumento di riscatto”.
Lo ha affermato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, partecipando stamattina al Quirinale alle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna. Nel corso della mattinata, il Ministro Giannini e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno premiato le scuole vincitrici del concorso “Terra è donna” dedicato al ruolo sociale della donna nel mondo di oggi.
“A molti decenni dalle prime conferenze delle Nazioni Unite (dedicate alle questioni di genere) – ha sottolineato il Ministro – rimangono grandi e gravi violazioni dei diritti delle donne. Violazioni che segnano anche paesi come il nostro: l’Italia è infatti al 71mo posto per quanto riguarda la parità di genere”.
Per questo, ha aggiunto Giannini, “le sfide di oggi e di domani sono ancora complesse e un compito centrale e’ affidato al sistema dell’educazione. Sul terreno della dignità delle donne il Ministero dell’Istruzione avverte una grande responsabilità perché l’unica leva di sviluppo è proprio l’istruzione, soprattutto in un mondo nel quale forze ideologiche fondamentaliste si battono con crudeltà e lucidità contro tale leva. Nel mondo di Malala, delle studentesse rapite da Boko Haram, della guerra mondiale a capitoli dei nostri giorni – ha proseguito il Ministro – noi vogliamo che le nostre bambine a scuola abbiano un’educazione che ne valorizzi i meriti e che educhi tutti al rispetto della differenza come condizione essenziale della democrazia”.
Il Ministro ha infine voluto ricordare alcune donne italiane che hanno segnato la storia del nostro Paese: Emma Bonino, Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, “un modello per quelle giovani che in Italia e nei Paesi in via di sviluppo denunciano e combattono con il coraggio del quotidiano il sessismo dell’abuso e della violenza, ma anche quello delle parole e dei costumi. Per tutte loro le sfide di oggi e di domani sono imponenti e convergono nell’indicare – ha ribadito in conclusione – un compito centrale del sistema dell’educazione”