“Sono partito dall’idea di non voler studiare in Italia ma studiare in Danimarca, non perché non mi piaccia il mio Paese o perché ritengo i professori non all’altezza, ma perché il sistema educativo non è supportato dallo Stato come invece dovrebbe”.
Luca Milani, è un ragazzo di 20 anni cresciuto nelle campagne del centro Italia – a Fara Sabina (vicino Roma). Frequentato il liceo scientifico, è sempre stato attratto da tutto ciò che fosse assolutamente preciso e oggettivo come la matematica e la fisica. Ha scelto così di studiare Ingegneria meccanica… in Danimarca!
La terra natia dei Vichinghi è effettivamente una meta insolita per chi studia all’estero, ma ci sono diverse motivazioni che hanno spinto il giovane romano a fare questa scelta. “Raccogliendo pareri di gente iscritta o che aveva frequentato in passato gli atenei della capitale – afferma Luca – ho avuto conferma di come ci fossero laboratori inutilizzati o inutilizzabili, bagni in stato indecente e lezioni disorganizzate con orari asfissianti. Volevo poi lavorare part-time per pagarmi la retta, in quanto non volevo gravare sui miei genitori, ma sapevo bene che la situazione del nostro Paese non mi avrebbe permesso di farlo. Infine mi piaceva l’idea di imparare l’inglese e per questo ho valutato l’Inghilterra. Anche la Danimarca però rispondeva a tutte le mie richieste e la mia scelta alla fine è ricaduta su di essa: ci ero già stato in vacanza da bambino tra l’altro e mi era piaciuta moltissimo soprattutto per il clima rilassato degli abitanti.
I corsi universitari per i cittadini dell’Unione europea sono completamente gratis e molti anche in lingua inglese, il tasso di disoccupazione giovanile non supera il 4%, diversamente dall’Italia dove ha raggiunto picchi del 45%. Qui – prosegue Milani – avrei potuto quindi trovare un lavoro part-time e pagarmi spese quotidiane ed affitto: un lavoro ben pagato se consideriamo che in Danimarca un commesso che lavora 36-40 ore a settimana guadagna non meno di 3000 euro lordi. Come se non bastasse per i nuovi residenti esistono dei corsi di lingua danese gratuiti. La ciliegina sulla torta però è l’SU, ovvero un sussidio dedicato agli studenti che ammonta a circa 750 euro netti al mese, dove l’unico requisito per i cittadini non danesi è di avere un contratto lavorativo di almeno 12 ore settimanali”.
Abbiamo parlato dell’aspetto finanziario, ma dal punto di vista didattico cosa cambia tra università italiana e università danese?
“Non sono mai stato in un’università italiana, ma dove vivo ho incontrato molti ragazzi italiani in Erasmus con cui ho parlato e scambiato idee così da avere dei termini di paragone. In generale, le università danesi sono un po’ più piccole di quelle italiane, ma molto meglio organizzate e fornite. Le lezioni vanno dalle 8 alle 13, ma può capitare di avere mezza mattina libera e di finire verso le 16. In questo modo gli studenti hanno tempo per lo studio individuale, il lavoro part-time ed il relax. I professori sono facilmente reperibili nei loro uffici fino alle 4 del pomeriggio e non si tirano mai indietro quando gli viene chiesto aiuto. L’aspetto che apprezzo di più è il loro essere socievoli, quasi come se fossero degli amici. In Italia poi si tenta di approfondire molto la teoria, mentre qui si lascia spazio alla pratica: esercizi, esperimenti in laboratorio e numerosi progetti dove viene chiesto agli studenti di risolvere problemi di situazioni potenzialmente realistiche. Tutto ciò allo scopo di preparare l’alunno al mondo del lavoro. Gli esami sono solamente alla fine del semestre, quindi a gennaio e a giugno così che i ragazzi possano godersi più di un mese e mezzo di ferie in completa tranquillità”.
Cosa consiglieresti ad un ragazzo che sta leggendo la tua storia e volesse seguire le tue orme?
Consiglierei al 100% di fare un’esperienza all’estero, di studiare in Danimarca. Che sia Erasmus o altro: apre la mente, si incontrano nuove persone con culture differenti e si pratica la lingua in un ambiente completamente differente a quello cui si è abituati. Se si vuole iniziare l’università in un altro Paese occorre informarsi bene sui corsi, sullo stile di vita, sui requisiti per poter vivere lì, considerare il fattore lingua. Per poter avere più info sullo studiare in Danimarca consiglio di visitare il sito di ‘Study in Denmark’, mentre la domanda di iscrizione è da compilare sul sito di ‘Optagelse’. Molto importante, se si ha intenzione di lavorare, è il fattore lingua: in Danimarca per lavorare occorre parlare danese con un livello buono, raramente assumono uno studente che parli solo inglese, a meno che non si tratti di mansioni manuali come lavori in magazzino ad esempio. Inoltre per poter frequentare i corsi in inglese occorre mandare insieme al resto della domanda su Optagelse anche un certificato di lingua inglese valido e riconosciuto dall’università che può variare in base alla facoltà. È sempre meglio andare sul sito dell’università che si vorrebbe frequentare e leggere i requisiti di inglese.
Un ultimo consiglio – conclude Luca – è quello di scegliere città piccole, per lo meno in Danimarca, perchè il costo degli affitti aumenta esponenzialmente con città grandi come Copenaghen o Aarhus. Ho scelto per questo la Via University College di Horsens. Detto questo… buono studio a tutti”.