Aziende a caccia in Italia di competenze «sostenibili» e digitali, le cosiddette eskills. Secondo l’ultimo studio Unioncamere e Anpal, le difficoltà di reperimento di profili specializzati crescono con l’aumento di competenze chieste. La domanda di eskill nel 2021 ha riguardato 646mila posizioni, in particolare i laureati (44,1%).
Per i mix di competenze le difficoltà di reperimento raggiungono il 40% della domanda, che nell’ambito delle professioni specialistiche si concentrano nelle figure legate all’implementazione dei processi di digitalizzazione nell’organizzazione aziendale.
Allo stesso tempo, dal recente report di LinkedIn, si registra un aumento del 13% del numero di professionisti della sostenibilità in tutta Europa, con un incremento maggiore della media globale del 7,5% e un aumento del 49% della domanda di lavori verdi nell’ultimo anno.
Da qui al 2025 il mercato del lavoro avrà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi lavoratori in grado di gestire soluzioni e sviluppare strategie eco-sostenibili (si tratta del 63% del fabbisogno complessivo espresso dalle imprese entro i prossimi 4 anni, incluso il turnover).
Con la “svolta green”, 1 milione di posti di lavoro verrebbero creati in Italia entro il 2050 (i c.d. green jobs), all’interno dei 5 milioni nell’intera Ue (con i primi 2,2 milioni entro il 2030). Non solo, il 57% del fabbisogno 2021-2025, vale a dire due milioni di persone, dovrà saper utilizzare il digitale. Entro il 2025, sei lavoratori su dieci devono essere in possesso di competenze green o digitali.
Tecnologie digitali, nuove formule organizzative aziendali e nuovi modelli di business: quasi il 71% delle imprese ha investito in almeno uno di questi tre ambiti della trasformazione 4.0 nel 2021, in crescita rispetto al valore medio del quinquennio 2016-2020 (68%).
È dunque imprescindibile investire in formazione interdisciplinare, per rispondere a nuove esigenze di imprese ed istituzioni, “perché il futuro non sarà il new normal (tanto citato negli ultimi mesi), bensì il next normal”. Perché per imparare a gestire i cambiamenti post-pandemia, bisogna cambiare modelli educativi.
Le parole d’ordine sono senz’altro innovazione e sostenibilità per tutti i corsi di laurea. Dal legale al management, dal lobbying al marketing, ogni settore è stato investito da un nuovo linguaggio che riveste le professioni di nuove competenze e nascono nuove figure professionali.
Servono sempre di più nuove competenze e specializzazioni per accompagnare con figure professionali adeguate, aziende e amministrazioni verso la transizione ecologica e digitale in atto. Per questo la Luiss ha rafforzato la connessione con il mondo delle imprese e delle istituzioni, per offrire programmi formativi sempre più innovativi sia nei contenuti che nel metodo.
Luiss Uniqueness è il nuovo modello educativo che promuove l’apprendimento attivo degli studenti attraverso un approccio indagativo allo studio dei fenomeni, il cosiddetto Enquiry -Based Learning. Gli studenti lavorano a un progetto di ricerca in risposta a una domanda su una questione reale posta da un rappresentante di una azienda e/o una istituzione, e diventano essi stessi produttori di nuova conoscenza.
Le lezioni non sono più contraddistinte dalla relazione frontale, ma da una nuova modalità di apprendimento che spinge le ragazze e i ragazzi a porsi delle domande. Il digitale sarà invece utilizzato come un acceleratore per liberare la parte della docenza più creativa e innovativa.
Tra i corsi di laurea magistrali del prossimo anno accademico 2022/23:
È possibile candidarsi fino al 1° aprile per il test di ingresso per che si terrà online dall’11 al 14 aprile. Per maggiori informazioni: www.luiss.it
Articolo sponsorizzato
Questo post è stato pubblicato il 28 Marzo 2022
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