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Come diventare fisioterapista? Se lo chiedono ogni anno centinaia di giovani interessati a studiare, prima, e poi a lavorare in quest’ambito. Si tratta, infatti, di un percorso sempre più richiesto nel settore sanitario pubblico e privato. In questa guida, capiremo quale percorso seguire e quali sono gli sbocchi occupazionali.
Per diventare a tutti gli effetti un fisioterapista abilitato basta conseguire la laurea triennale del corso in Fisioterapia (L/SNT2, Professioni sanitarie della riabilitazione). Durante il percorso di studi si approfondiscono le conoscenze biologiche, biomediche, biomeccaniche, neurofisiologiche e cognitive per padroneggiare la disciplina. A queste si sommano, poi, le conoscenze relative alle modificazioni motorie, cognitive e funzionali in diversi ambiti medici, dall’ortopedia alla medicina interna.
Inoltre, il percorso si concentra su conoscenze e metodologie riguardanti l’esercizio professionale. Oltre agli studi teorici, il corso da fisioterapista comprende sin dal primo anno un tirocinio professionalizzante di oltre 1300 ore, al quale viene dato maggior peso durante il terzo e ultimo anno. Dal 2018, inoltre, è stato inserito tra i corsi di laurea professionalizzanti. Per l’abilitazione alla professione, quindi, basta la laurea.
Tuttavia, una delle maggiori difficoltà nel percorso per come diventare fisioterapista è il test d’ammissione. Fisioterapia, infatti, è un corso di laurea a numero programmato nazionale. Quindi, il Ministero dell’Università e della Ricerca stabilisce ogni anno il numero di posti disponibili. Il bando viene pubblicato ogni anno sia sul sito del Ministero sia in quello dei singoli atenei. I posti a disposizione, però, non sono mai molti e per questo è indispensabile una buona preparazione.
Per capire come diventare fisioterapista, quindi, è indispensabile saper com’è strutturato il test d’ammissione. Il corso di laurea in Fisioterapia fa parte delle Professioni sanitarie e, quindi, il test è identico per tutti gli atenei che fanno parte del Cineca. Uno sguardo ai test degli anni precedenti è una buona base da cui partire. L’ultimo test, relativo all’anno 2020/2021, era composto di 60 domande, così suddivise:
Ogni risposta esatta vale 1,5 punti. Le risposte non date valgono 0 punti e le risposte sbagliate -0,4. Il punteggio per entrare, visti i pochi posti a disposizione, è abbastanza alto. Di solito, la media d’ingresso dei candidati è di almeno 50 punti su 90. Indispensabile, quindi, avere una buona preparazione, che può arrivare sia tramite una formazione individuale, sia tramite i manuali e i corsi online e non disponibili sul web.
Ora che è chiaro come si diventa fisioterapista, è tempo di capirne di più sul mondo lavorativo. In generale, i fisioterapisti lavorano in strutture sanitarie e socio-assistenziali sia pubbliche sia private. Sono diversi gli ambiti occupazionali. Molti, per esempio, ambiscono a lavorare come fisioterapisti sportivi. I top player degli sport più popolari hanno bisogno di rientrare in campo al più presto dagli infortuni e, per i casi meno gravi, sono seguiti da fisioterapisti di alto livello.
I fisioterapisti lavorano anche nelle strutture private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, nelle RSA, a domicilio, in ambulatori e cliniche mediche, ma anche nelle palestre. Di solito, i posti a concorso per i fisioterapisti vengono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale per il pubblico. Per il privato, invece, il consiglio migliore è cercare sul web le offerte disponibili per un settore spesso alla ricerca di nuovo personale.
Questo post è stato pubblicato il 22 Aprile 2021
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