Lo studio della cannabis legale all’interno delle università non è più utopia, anche alcune università italiane hanno attivato di recente dei corsi o dei seminari sull’argomento. Seppur in ritardo di qualche anno, all’Università di Padova e all’Università di Milano arrivano i primi corsi di perfezionamento in materia, analizzando gli aspetti chimico-farmaceutici oltre che i contesti socio-economici dei mercati della canapa.
Negli USA già da tempo estistono interi insegnamenti in materia, come quello del Colorado, un vero e proprio corso di laurea dal titolo esplicito “Biologia e chimica della marijuana“. Il corso si sviluppa su quattro anni e nasce dall’esigenza di cogliere le opportunità che la graduale legalizzazione delle droghe leggere sta offrendo.
Si discute sempre più attivamente di legalizzazione, difatti cento parlamentari (quasi tutti del M5S) hanno invitato l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad aprire il dibattito sulla legalizzazione della cannabis agli Stati generali dell’Economia. “Le politiche repressive in materia si sono dimostrate del tutto inefficaci rispetto agli obiettivi che intendevano perseguire“, spiegano i parlamentari, sottolineando come “la legalizzazione della cannabis” sia “già realtà in molti Stati nel mondo: Stati Uniti, Canada, Uruguay e Spagna, solo per citarne alcuni“.
In Italia, al momento è illegale lo spaccio (anche a titolo gratuito) ma non il possesso per uso personale, il quale costituisce solo un illecito amministrativo punibile con sanzione pecuniaria, ma che non sporca la fedina penale. Per determinare se il possesso sia a fini personali o per cessione a terzi il giudice valuta ogni singolo caso, per decretare se esso possa rientrare nel criterio di “uso personale”, tenendo in considerazione quantità trovata, eventuale presenza di denaro contante e strumenti atti al dosaggio e confezionamento della sostanza.
È invece permessa la vendita di Cannabis light con soglia massima di principio drogante (THC) fissata tra lo 0,2% e lo 0,6%, o di derivati come l’olio di cannabis Naturicious acquistabile online o negli shop, ormai sempre più presenti nelle grandi città metropolitane.
A Roma, l’Università La Sapienza nel 2019 è stata la prima a far partire un laboratorio intitolato “Analisi socio-economica del mercato della cannabis”, inserita nel corso di laurea magistrale in Scienze Sociali Applicate. L’animatore del progetto è Marco Rossi, professore di Economia politica e tra i più attivi ricercatori italiani sui modelli economici legati al mercato della marijuana.
A ruota l’Università degli Studi di Padova, con un corso di perfezionamento aperto fino a un massimo di 40 persone, che prevedeva attività di ricerca finalizzata all’uso all’uso della cannabis sativa in ambiti farmaceutici, medicinali, agroindustriali e alimentari. Il corso, come descritto da bando, presenta diversi sbocchi occupazionali che permetteranno di acquisire le competenze necessarie per la gestione clinica e farmacologica della Cannabis sativa L. e dei suoi derivati.
Il “delta di miglioramento” atteso è notevole, considerata la limitata conoscenza attuale dell’argomento tra i sanitari italiani. Il corso in questione, completa le figure professionali sanitarie italiane (medici, farmacisti, infermieri, biologi, psicologi, ecc.), colmando una lacuna specifica di conoscenza, e permette a queste un apprendimento di tipo interdisciplinare.
Più o meno simile, il dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Milano istituisce un corso di perfezionamento che si articola in 42 ore di didattica frontale e 4 ore di laboratori, dove verranno analizzati gli aspetti aspetti agro-alimentari, aspetti normativi, aspetti preparatori, aspetti analitici, aspetti clinici sulla cannabis.
Questo post è stato pubblicato il 17 Giugno 2020
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