Ti sei appena laureato? Pronti e via i consigli per affrontare il il primo step per quello che sarà il tuo futuro mondo del lavoro. Dopo anni passati sui libri e a relazionarsi con docenti e colleghi, saranno pronti a entrare nel mondo del lavoro? Sicuramente molti avranno lavorato durante il percorso universitario, ma una cosa è il bar del centro il fine settimana, altro è un colloquio di lavoro per la vostra realizzazione professionale.
Se pensando al colloquio di lavoro vi vengono in mente persone seriose e vestite di grigio, uffici arredati di tutto punto e un’atmosfera ostile allora è il caso di fermarvi a leggere queste righe. Che ci crediate o no il modo di fare colloqui è cambiato. Come ben sappiamo oggi giorno le offerte di lavoro sono poche ma i candidati sono tantissimi e non è più solo il curriculum o la preparazione a fare la differenza.
Quasi tutte le aziende hanno un’area di Talent Management o HR (human resource) che preparano il proprio personale per la selezionare del nuovo organico attraverso i vari recruting day o open day. Durante queste giornate di selezione, si presentano centinaia di candidati e occorre scovare i migliori o i più promettenti per la propria azienda; il processo di selezione ha cambiato faccia, diventa sì più insidioso, ma al tempo stesso più umano.
Non si ricercano più solo i pregi ma anche i “talenti” di un candidato, si ascoltano le storie personali di ognuno, si chiede di raccontare i propri errori o un momento di difficoltà al fine di capire che lezione hanno tratto da quell’episodio o più semplicemente come hanno gestito il momento e che soluzione hanno trovato.
Si cerca quindi di capire le abilità, le attitudini e anche gli hobby dei candidati, perché il lavoro non è più visto solo come un luogo di costrizione ma diventa sempre più luogo in cui realizzare la propria identità.
L’atmosfera non è ostile e il comportamento dei selezionatori non è rigido come un tempo, si lascia spazio a dialoghi fluenti e spesso informali, si mira a capire chi è la persona che si ha davanti, che aspirazioni abbia e se sia in linea con i valori dell’azienda. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che le selezioni avvengono spesso in ambienti neutri e informali, a volte chi sta di fronte a voi non ha nemmeno la giacca e anzi vi chiede se volete qualcosa da bere. In tutto questo, la domanda sui social networks serve all’azienda per capire l’uso che se ne fa, ma si richiedono anche commenti e suggerimenti per migliorare la presenza digitale dell’azienda, soprattutto per i candidati a posizioni nel marketing.
Il processo di selezione, dunque, diventa più umano e mira a mettere in luce la personalità, i valori dei candidati e la loro resistenza a situazioni di stress. Questo nuovo modo di svolgere i colloqui è reale e l’ho provato in prima persona, un consiglio che mi sento di dare a tutti gli studenti universitari come me: non aspettate il giorno dopo la laurea per vedere com’è il mondo del lavoro.
Provate colloqui, fate selezioni, scrivete un curriculum anche solo per mettervi alla prova e per sperimentare voi stessi in prima persona che i processi del mondo del lavoro sono sempre in continua evoluzione e se vogliamo essere “attraenti” per le aziende è necessario andare oltre un buon CV e sapersi valorizzare.
Questo post è stato pubblicato il 8 Maggio 2020
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