L’anno accademico dell’Università “La Sapienza” di Roma si è aperto con un’importante cerimonia che ha visto la consegna a Liliana Segre di un dottorato Honoris Causa in Storia dell’Europa dal rettore dell’ateneo Eugenio Gaudio. Tra gli spettatori, il Presidente dell Repubblica, Sergio Mattarella, i ministri dell’Università e della Scuola, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e la sindaca di Roma, Virginia Raggi.
L’intervento della sindaca porge parole di rispetto e ammirazione alla senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah: “Sono contenta di essere qui oggi, ancora di più per il riconoscimento che attribuite a Liliana Segre. C’è nella sua esperienza umana e civile un insieme di principi e valori fondamentali che parlano a tutti noi. Parlano di memoria e condivisione, valori che sono il cuore della nostra Costituzione e che vivono nello statuto di Roma Capitale, valori che respingono ogni forma di intolleranza, razzismo, violenza. Grazie per il suo impegno e la sua lucida testimonianza, perché le colpe e le responsabilità non vanno dimenticate. La Shoah, i rastrellamenti, sono fatti che colpirono anche Roma e fatti che vanno costantemente rinnovati nella memoria. Nuovi troppi episodi di intolleranza colpiscono l’Europa e il nostro Paese“.
Liliana Segre ringrazia gli studenti
I ringraziamenti della senatrice sono stati rivolti in particolar modo agli studenti, nel discorso intitolato “La storia sulla pelle“: “Permettetemi di ringraziare in modo particolare gli studenti, perché da nonna ho ricevuto da loro molto più di quanto io abbia cercato di dare. Anche se sono vecchia – continua – sono sempre quella ragazzina che è stata espulsa da scuola per colpa di essere nata. Il mio maestro Primo Levi diceva che ‘capire è impossibile ma conoscere è necessario’, e qui siamo nel tempio della conoscenza”.
Alcune polemiche si sono sollevate tra gli studenti per il discorso del rappresentante degli studenti di destra che la Segre ha però accolto amorevolmente, paragonandolo al nipote per l’acconciatura. Il ragazzo, seppur politicamente di destra, conferma il rispetto dei valori costituzionali, definendosi perciò antifascista e antirazzista. Ai giornalisti che le hanno chiesto se fosse emozionata durante la cerimonia, Liliana Segre risponde: “In realtà vi dovrei dire di sì perché è molto bello… mi sento appoggiata da così tante persone e mi sento a casa. Ho attraversato una lunga vita. Sono contenta ma non emozionata, l’emozione più grande è stata quando è nato il mio primo figlio”.
Infine, ribadisce il proprio impegno sociale nella lotta all’odio e alle discriminazioni: “Quando sono entrata in Senato l’unica cosa che potevo fare era combattere tutto quello che ha segnato per sempre la mia vita. Non c’è limite all’odio né all’indurre ad odiare, tantissimi possono essere i modi, le ragioni. I ragazzi sono straordinari, hanno la forza della vita e della scelta, è bello insegnare loro a non odiare“.