Ancora sangue, ancora dolore in America: si è verificata in queste ore un’altra sparatoria, stavolta a Denver, in Colorado. Due studenti, un diciottenne e un minorenne, si sono introdotti alla STEM School Highlands Ranch e hanno aperto il fuoco. Il bilancio attuale è di una vittima, un diciottenne raggiunto dai colpi di arma da fuoco e deceduto, e di otto feriti gravi, ma non in pericolo di vita.
Il responsabile della sparatoria è uno studente della stessa scuola, che comprende, dalle elementari al liceo, circa 1.850 allievi. Arrestato, Devon Erickson, questo il nome del diciottenne, dovrà rispondere a gravi accuse e ricostruire la dinamica della sparatoria. Non si sa per certo, infatti, se l’obiettivo fosse proprio il giovane che ha tragicamente perso la vita. Assieme a lui, è stato arrestato un minorenne, di cui non si conoscono ancora le generalità.
Denver vive ancora una volta il terrore di vent’anni prima: la scuola, infatti, si trova ad 8 km dalla Columbine, dove nel 1999 erano stati uccisi 12 studenti e un insegnante. Proprio per evitare emulazioni, le scuole erano state tenute chiuse nel giorno dell’anniversario; la prevenzione, purtroppo, non è bastata ad evitare l’ennesima tragedia.
Continua così la scia di sangue in America, supportata dal maggiore accesso alle armi da fuoco. Dal 2017, infatti, sono morte migliaia di persone, un numero che continua irrimediabilmente a salire. La Casa Bianca, nel frattempo, è stata informata: assicura infatti che il Presidente Trump sta monitorando la situazione; sarà la volta buona in cui l’utilizzo delle armi da fuoco in America sarà limitato?