Scoppia la polemica attorno allo spot lanciato dal ministero, per promuovere la “settimana dei musei”. Un’iniziativa certamente ammirevole, ma che si è trasformata in un vero e proprio pasticcio. Il giorni gratuiti introdotti dal ministro Dario Franceschini hanno visto un aumento per mano del suo successore. Sono passati da 12 a 20 con una settimana totalmente gratuita dal 5 al 10 marzo. Lo spot pubblicitario lanciato per l’iniziativa, tuttavia, contiene delle uscite che all’opinione pubblica non sono affatto piaciute.
Con l’iniziativa #iovadoalmuseo, i ragazzi al di sotto dei 18 anni possono entrare gratuitamente, mentre per gli under 25 il costo è di soli 2 euro. Il messaggio del ministero dei Beni Culturali fa poi una precisazione: “Se poi sono studenti di facoltà in ambito culturale, continuano ad entrare gratis”. È stata proprio questa affermazione a scatenare il vespaio. Sui social, infatti, ci si chiede: quali sarebbero esattamente le facoltà “non culturali”? Oltre al fatto che molti hanno criticato il fatto che si parli ancora di “facoltà”, quando queste sono ormai state sostituite dai dipartimenti.
A tal proposito, l’archeologo Andrea Augenti dell’Università di Bologna, infatti, su di un blog ha commentato: “Si confondono le ‘facoltà di ambito culturale’ con i dipartimenti di area umanistica?”. Se così fosse, allora, a detta del docente, il ministero considera cultura soltanto quella in ambito umanistico e letterario, proclamando la non esistenza di una cultura scientifica. Un’idea che infastidisce in particolare coloro che vorrebbero staccarsi dall’impronta crociana della nostra cultura.
Il docente dell’ateneo bolognese, mettendosi nei panni di uno studente di dipartimenti scientifici ha affermato che un’affermazione del genere lo avrebbe mandato su tutte le furie. Proprio per questo ha invitato il ministro Bonisoli a rivedere il messaggio che è stato lanciato e, soprattutto, ad estendere la gratuità a tutti gli studenti universitari, indipendentemente dal percorso seguito. Secondo il docente, infatti, è giusto che le bellezze custodite all’interno dei musei italiani siano fruibili gratuitamente da tutti gli studenti, perché questi stessi sono i genitori, i professionisti e i dirigenti di domani,
Altro strafalcione che ha posto il ministero nel mirino delle critiche riguarda il sito internet attivato per la stessa iniziativa. Questo consente di programmare una visita agli orari e nelle giornate ad entrata gratuita. Peccato che il sito sia solo in italiano. Un paese turistico come l’Italia, non può non tenere conto delle esigenze di coloro che arrivano dall’estero proprio per visitare musei, parchi e siti archeologici. Questo ha portato molti a sollevare verso il ministero accuse di provincialismo e sovranismo culturale.
Questo post è stato pubblicato il 8 Marzo 2019
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