Dal 1° gennaio la Zecca dello Stato non conierà più le monetine da 1 e 2 centesimi. In Italia ne circolano ancora moltissime, per un valore totale di circa 7 miliari di euro. Le casse pubbliche ne ricaveranno un modesto guadagno di 1,87 milioni l’anno, equivalente al costo di produzione.
Cambierà qualcosa invece per i negozianti. Insieme al ritiro delle monetine, infatti, viene sancito anche il diritto per commercianti ed esercenti al dettaglio di arrotondare al momento di ricevere un pagamento in contanti. L’importo, cioè, si può correggere al multiplo di cinque più vicino: per cui, 6 euro e 77 centesimi si arrotonda a 6 euro e 75, 6 euro e 78 centesimi si arrotonda a 6 euro e 80. Nel caso in cui invece un prezzo dovesse essere pagato tramite carta di credito, bancomat e simili, questa regola non si applicherà perché il pagamento elettronico rispecchierà quanto previsto, senza arrotondamenti.
Sempre a gennaio diremo addio anche alle banconote da 500 euro, che non verranno più prodotte soprattutto per motivi legati alla pratica del riciclaggio di denaro. Stando ai dati raccolti infatti, gli evasori preferiscono proprio i biglietti da 500 euro per depositare grosse somme negli istituti bancari. Con poche banconote di questo taglio infatti, si possono raggiungere importi molto elevati.
Nonostante la produzione di queste banconote cesserà definitivamente, quelle circolanti avranno ancora valore legale e potranno quindi essere utilizzati per effettuare i pagamenti necessari, fino al loro esaurimento. Possiamo quindi dire addio sia alle tanto odiate monetine che non facevano altro che occupare spazio nelle nostre tasche, sia alla grande banconota viola che ormai era quasi una leggenda per gran parte degli italiani.
Questo post è stato pubblicato il 22 Gennaio 2019
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