Il ministro dell’Istruzione Bussetti ha firmato un decreto destinato a cambiare le realtà di numerosi atenei italiani. Si tenterà di attivare quel meccanismo volto a rimpiazzare i docenti in quiescenza e assumerne di nuovi. La disposizione, tuttavia, non è rivolta a ciascuna università ma fortemente basata sulla meritocrazia.
Esaminando i dati contenuti nella tabella allegata al decreto, infatti, emerge che nel 2019 saranno soprattutto gli atenei settentrionali, considerati i “migliori”, ad avere la facoltà di assumere di più.
Le università del Meridione che stentano a correggere difetti e sistemare conti dovranno invece accontentarsi: più della metà di queste potrà invece effettuare un turnover solo parziale, perché hanno ancora troppi docenti alle proprie dipendenze.
Fissando come parametri la spesa per il personale (inferiore all’80% del totale) e un indicatore di sostenibilità economico-finanziaria superiore a 1, vengono etichettati come adeguati solo 36 su 63 atenei ed il 73% dei considerati sono concentrati al Nord Italia, il 50% ubicati nelle regioni centrali e solo il 48% localizzati al Sud. In fondo alla classifica si colloca l’università del Salento mentre risulterebbe l’ateneo di Chieti-Pescara il più virtuoso al Sud: potrà assumere il doppio dei propri pensionati.
“Dopo molti anni – dichiara Bussetti – si inverte la rotta: le assunzioni torneranno a crescere e non ci si limiterà al solo ripristino del turnover. Consentire nuove assunzioni è importante per garantire la qualità dell’offerta formativa delle nostre università”.