Ad agosto l’Università di Medicina di Tokyo è stata protagonista della opinione pubblica giapponese: l’Ateneo dal 2006 falsificava i risultati dei suoi test di ammissione per limitare il numero delle studentesse al 30% del totale. Un caso di sessismo che ha avuto un certo peso nel mondo accademico del “Paese del Sol levante”, tanto che subito la pubblicazione dell’indagine sui test, la stessa Università ha ammesso le proprie colpe ed ha chiesto scusa.
Ma a 3 mesi di distanza dallo scandalo, l’Università di Medicina di Tokyo ha promesso che ammetterà retroattivamente 67 donne che negli ultimi due anni avevano superato le prove ma che erano state respinte a causa della manipolazione dei test.
A prendere il posto del presidente Tetsuo Yukioka (coinvolto nella manipolazione dei test) è la presidente Yukiko Hayashi, la quale ha dichiarato che d’ora in avanti le ammissioni nell’Università di Medicina di Tokyo – una delle più prestigiose a livello internazionale – saranno basate su criteri giusti ed equi, evitando che simili fatti danneggino gli aspiranti medici.