Pare che solo un terzo delle ragazze del nostro paese, al momento di scegliere la facoltà universitaria, si orienti verso quelle che nel mondo anglosassone vengono definite le discipline “STEM”, acronimo che sta a significare “Scienze, technology, engineering, mathematics”. Secondo i dati raccolti dal MIUR, si registra che il 78,3% degli iscritti alle facoltà umanistiche italiane sia di sesso femminile, mentre solo il 37,9% degli iscritti a facoltà scientifiche è donne. Tra i banchi delle facoltà di ingegneria troveremo in media solo un 31% di studentesse. Peggio ancora per quanto riguarda il corso in Scienze tecnologiche e informatiche, che vede un tasso di iscrizione femminile pari ad un misero 15,2 %.
Per quanto concerne l’istruzione superiore le differenze di genere nella scelta sembrano particolarmente innegabili: la maggioranza degli uomini predilige gli studi di tecnologia, costruzione, produzione, ingegneria, mentre le donne sono orientate verso l’istruzione, la salute e il benessere, l’arte, il giornalismo, le scienze umani e scienze sociali e la giurisprudenza.
Questa disparità fa molto discutere, si cercano diverse spiegazioni e molte letture del fenomeno. Molti rintracciano proprio in questo le cause principali delle disparità economiche tra uomini e donne, in particolare per quanto concerne la questione dell’occupazione. I lavori in campo scientifico, sono tra i maggiormente retribuiti, e non solo. La crescita e l’evoluzione costante del mondo scientifico tecnico-industriale porta sempre più compagnie e ricercare figure professionali specializzate in questi campi in continuo sviluppo.
Secondo un’indagine portata avanti dall’UNESCO a influenzare la scelta degli studi femminili è soprattutto il contesto culturale e sociale cui le donne appartengono. È un dato di fatto che nel corso degli ultimi anni si siano registrati grandissimi progressi per quanto riguarda la parità di genere nelle università di tutto il mondo, ma rimangono delle differenze che sembrano ancora difficili da colmare, a causa di molti stereotipi sulla donna che persistono in molte culture. Per molte bambine è infatti difficile accedere persino all’istruzione primaria o poter proseguire il loro percorso di studio dopo pochi anni di frequentazione della scuola. Nelle scienze questo si avverte maggiormente stando al rapporto 2017 “Cracking the code: Girls’ and women’s education in science, technology, engineering and mathematics (Stem)” pubblicato sempre dall’Unesco, per offrire una panoramica sulle disparità di genere nel mondo STEM.
Analizzando le statistiche riguardanti l’assegnazione dei premi Nobel in chimica, fisica e medicina che sono stati assegnati a partire dal 1903 si contano ben 572 premi assegnati agli uomini, rispetto ai soli 17 assegnati a delle donne. Negli ultimi anni il numero delle donne premiate sta piano piano crescendo.
Ci sono anche molte donne famose che hanno coltivato la loro abilità in campo scientifico, anche donne del mondo dello sport e dello spettacolo. Basti pensare che si possono attribuire ad Hedwig Eva Maria Kiesler, meglio nota come Hedy Lamarr, invenzioni come la pastiglia che rende gassata l’acqua, un sistema più efficiente di semaforica stradale, nonché importanti studi su tecnologie rivoluzionarie come la Wi-Fi e il Bluetooth. Mayim Bialik, l’attrice nota in tutto il mondo per aver interpretato una delle geniali scienziate di The Big Bang Theory vanta un curriculum di tutto rispetto anche nella vita reale. Ha infatti conseguito un dottorato in neuroscienze alla UCLA, dopo esser stata accettata sia ad Harvard che a Yale. C’è anche Olivia “Liv” Boeree, modella e personaggio televisivo, che si è laureata in astrofisica all’università di Manchester ed oggi è una grandissima stella del poker, da settembre del 2010 membro ufficiale del Team PokerStars Pro. Chi lo avrebbe detto che Teri Hatcher, attrice che recita nei panni della celebre “casalinga disperata” Susan Mayer, sia laureata in matematica e ingegneria?
Molte comunque sono le iniziative pensate per avvicinare le donne al mondo delle facoltà scientifiche. Alcune università, come il Politecnico di Milano hanno proposto nuove iniziative tutte al femminile, come una summer school per le ragazze che superano i testi di ammissione, settimane di orientamento teoriche e pratiche. Molte anche le borse di studio stanziate dal MIUR per le ragazze che decidono di intraprendere una carriera universitaria scientifica, per un ammontare totale di oltre 3 milioni di euro. Queste borse di studio saranno destinate a tutte quelle donne che intendono dedicarsi all’analisi dei big data, a sviluppare app, a lavorare nel mondo dell’ingegneria, della cybersecurity e molto altro. Se siete ragazze che pensano di iscriversi ad una facoltà scientifica, non mancate di documentarvi sui diversi incentivi che la vostra università può offrirvi.
Questo post è stato pubblicato il 29 Ottobre 2018
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