Arriva da Palermo la prima grande denuncia che promette di trasformarsi in una class action che coinvolgerà tutti gli esclusi che vorranno farne parte. È iniziato tutto lo scorso 4 settembre, quando negli atenei italiani migliaia di aspiranti medici hanno sostenuto la prova d’ammissione. Nel corso della mattinata, denuncia lo studio legale Leone-Fell con base nel capoluogo siciliano, si è registrata un’insolita impennata nelle ricerche di termini che, generalmente, vengono digitati nei motori di ricerca con una frequenza minore.
E lo ha constatato anche l’analista che ha preso in esame i dati reperibili da Google. La parola “frattale”, presente nella domanda 21 e che solitamente viene cercata con una frequenza di 0,51 volte al giorno, il 4 settembre è stata digitata il 12,423% in più rispetto alla media. Se questo dato può apparire come una coincidenza, lo è di meno la ricerca della sequenza numerica “2-3-7-13-27”, alla quale i candidati avrebbero dovuto aggiungere gli ultimi due numeri, che quel giorno sarebbe stata ricercata sul web già a partire dalle 11:30. Quante sono le probabilità che una determinata sequenza venga richiesta? Gli esperti rispondono: una su 622 milioni.
I dati porterebbero alla luce più di 1000 irregolarità tra i candidati. Senza l’intervento della Polizia Postale sarà impossibile determinare se troppi dispositivi elettronici siano sfuggiti ai controlli pre-test o, nella migliore delle ipotesi, qualcuno abbia divulgato all’esterno le informazioni nel corso della prova.
Per il momento, informano gli avvocati siciliani, il ricorso riguarderà i posti non assegnati.
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Questo post è stato pubblicato il 21 Settembre 2018
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