Oggi 13 marzo e martedì 14 marzo all’Università di Trento due giorni di convegno internazionale per approfondire il ruolo di imprese, governi, università e altri attori del territorio nel costruire il “reame” dell’imprenditoria
Il “reame” dell’imprenditoria ha un avamposto locale. Lo sostengono alcuni economisti alla luce delle conseguenze della crisi e del rifiorire di forme di protezionismo. Ne discuteranno all’Università di Trento in un convegno internazionale che intende approfondire il ruolo degli attori del territorio nello sviluppo economico. Le due giornate di studio, sul tema “The Realm of Entrepreneurship: The Local Perspective” (ovvero “Il reame dell’imprenditoria: la prospettiva locale”), organizzate dalla Scuola di Dottorato in Scienze sociali e dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento si svolgeranno lunedì 13 (dalle 9) e martedì 14 marzo (dalle 9) nella sala conferenze “Alberto Silvestri” del Dipartimento di Economia e Management (Trento – Via Inama, 5). L’evento è organizzato in collaborazione con l’Università della Carolina del Nord (Chapel Hill) negli Stati Uniti e con l’Università di Zhejiang (Hangzhou) in Cina.
«Nel workshop – spiegano i coordinatori locali Bruno Dallago ed Ermanno Tortia dell’Università di Trento – studiosi internazionali di politica economica provenienti da Europa, Asia e Nord America metteranno a confronto realtà diverse e diverse prospettive nelle politiche di sviluppo delle economie avanzate (Stati Uniti, Nord Europa, Francia, Germania e Giappone), delle economie emergenti (Cina) e delle economie avanzate, ma vulnerabili del Sud Europa (l’Italia in particolare). Si confronteranno attori diversi (in primis imprese, governi e università), in relazione al loro ruolo nello sviluppo locale e alla combinazione e all’impatto delle loro azioni e dei loro obiettivi».
Le giornate di studio intendono analizzare il ruolo di attori reali e le loro interrelazioni nel contesto economico nazionale e regionale. Saranno approfondite in particolare le forme di imprenditorialità dominanti e le forme emergenti, come quelle relative alla nascita e allo sviluppo di piccole e medie imprese nel contesti dei cluster e distretti industriali regionali e locali. Un altro argomento di discussione riguarderà l’università e la ricerca scientifica, quali investimenti strategici per lo sviluppo socio-economico e per la tutela della storia e della cultura nazionale e locale. Ci si occuperà poi del ruolo delle autorità pubbliche (specialmente del governo) nel regolare il mercato e nel decidere le politiche economiche e industriali. Attenzione anche per la funzione del terzo settore a favore degli strati sociali più deboli e per l’economia “informale” rappresentata dagli stimoli locali e regionali allo sviluppo.
Questo post è stato pubblicato il 13 Marzo 2017