Il primo ateneo in Italia ad aver redatto e certificato il suo Bilancio Unico sulla base dei nuovi principi contabili introdotti dalla recente normativa nazionale in materia di contabilità economico-patrimoniale per le università. Nel panorama italiano, infatti, il Bilancio Unico dell’ateneo trentino risulta essere il solo ad essere stato certificato e approvato entro il 30 aprile, come richiesto dalla legge (D.M. 19/2014 “Principi contabili e schemi di bilancio in contabilità economico-patrimoniale per le università”). È l’unico, infatti, ad aver ottenuto, prima dell’approvazione, la relazione di revisione da parte di un organismo esterno, che ne ha certificato la conformità, vale a dire il rispetto di principi etici, l’adozione di criteri contabili appropriati e l’assenza di errori significativi. A dare il via libera al primo Bilancio Unico di Ateneo per l’esercizio 2015 è stato oggi il Consiglio di amministrazione che ha approvato all’unanimità il documento.
«L’approvazione del nuovo Bilancio Unico di Ateneo – ha commentato il direttore generale Alex Pellacani – ha richiesto un notevole impegno da parte di tutta la struttura amministrativa, che ha avviato il lavoro di adeguamento delle proprie procedure già nell’estate dello scorso anno per allinearsi ai nuovi principi contabili, con l’adeguamento dei criteri d’imputazione e di classificazione di alcune voci e i relativi impatti. Grazie alla collaborazione di tutti questo risultato è stato ora raggiunto. Per la prima volta, anche con la garanzia di un’ulteriore certificazione indipendente. Per la maggioranza degli atenei italiani si tratta di una “svolta culturale” oltre che tecnica. Ma non per l’Università di Trento, che è partita con un importante vantaggio: già quindici anni fa l’ateneo fu all’avanguardia nell’adottare, mutuandolo dal settore privato, il sistema di contabilità economico-patrimoniale richiesto ora agli atenei dalle disposizioni della legge Gelmini. Monitorare contemporaneamente l’equilibrio finanziario, quello economico e quello patrimoniale di un ateneo permette di conoscere la reale destinazione delle risorse impiegate e seguire in modo approfondito l’andamento della gestione aumentandone l’efficacia e la trasparenza. Ora l’introduzione a livello nazionale del Bilancio Unico di Ateneo è stata dettata dalla necessità di migliorare dal punto di vista finanziario la governance degli atenei rendendola meno autoreferenziale».
L’introduzione della contabilità economico patrimoniale per tutti gli atenei statali permetterà, non appena saranno disponibili i bilanci consuntivi 2015, di effettuare comparazioni utili, ma fino ad ora impraticabili, tra le varie strutture di ricavi/costi nonché dei diversi profili patrimoniali e finanziari.
Il Bilancio Unico 2015 – L’analisi dei nuovi schemi di bilancio introdotti dalla normativa ministeriale consegna un conto economico che evidenzia proventi operativi per 185 milioni di euro a fronte di costi operativi per 164 milioni.
L’aggregato dei proventi operativi è composto da: contributi dalla Provincia autonoma di Trento e da altri enti per 137,8 milioni, in aumento del 2% rispetto allo scorso anno; contributi e tasse da studenti per 22,2 milioni, (+3%); proventi da ricerche per 21,0 milioni (+3%); altri ricavi minori per 4,0 milioni (-26%).
Accanto al finanziatore principale – la Provincia Autonoma di Trento con 130,3 milioni, di cui 1,7 per ricerche competitive e 128,6 per contributi – da segnalare i contributi ricevuti dall’Unione Europea, che ammontano a 12,7 milioni (11,3 per finanziare progetti di ricerca e 1,4 milioni per borse di studio e altri progetti nell’ambito della mobilità internazionale). Un dato che testimonia l’ormai consolidata capacità dell’ateneo trentino di attrarre finanziamenti consistenti anche a livello internazionale. In aumento rispetto allo scorso anno i contributi ricevuti dallo Stato (3,7 milioni) mentre rimangono sostanzialmente stabili i contributi dalla Fondazione Caritro (1,1 milioni di euro).
Il totale dei costi operativi 2015 ammonta a 164 milioni. La voce più significativa, ossia il 56% dei costi operativi, riguarda l’area del personale che si manifesta stabile rispetto ai valori del 2014. Tale voce accoglie sia i costi del personale, strutturato e non strutturato, dedicato alla ricerca e alla didattica (65,3 milioni), sia il costo del personale dirigente e tecnico amministrativo (26,1 milioni).
Un’altra voce consistente è quella dei costi della gestione corrente che è pari a 56,1 milioni, di cui 25,7 specificatamente destinati alle attività di didattica e ricerca ed al sostegno agli studenti e circa 13,2 relativi ai servizi di gestione del patrimonio immobiliare.
In netta diminuzione risultano gli accantonamenti per rischi e oneri oggetto di revisione per effetto dei nuovi principi contabili per le università. Le analisi di fine esercizio non hanno rilevato la necessità di nuovi stanziamenti rispetto agli esercizi precedenti.
L’edilizia – Il programma di potenziamento delle strutture edilizie universitarie avviato nel 2001 è proseguito nel 2015 nel rispetto delle tempistiche stabilite e coerentemente con le risorse finanziarie a disposizione. Gli investimenti sostenuti nell’esercizio sono stati pari a 9,7 milioni. In particolare sono proseguiti i lavori di completamento del nuovo Polo Scientifico di Povo ed i lavori di ristrutturazione dell’edificio ex Manifatture Tabacchi di Rovereto.