Se vi state chiedendo se avete fatto bene o male ad intraprendere il percorso di studio a cui tanto ambite, Almalaurea saprà darvi una risposta più che consona al mercato del lavoro. Ci si iscrive all’università con l’intento di lavorare in un campo specifico, ma anche per ottenere un’occupazione che sia gratificante sia dal punto di vista personale che economico.
Se prima ciò che spingeva a iscriversi all’università era l’ambizione adesso si segue di più la legge del mercato, perché nessuno vuole studiare “inutilmente” .
Allora scopriamo quali sono le facoltà inutili indicate da Almalaurea, secondo i dati del 2013, che confronta la situazione dei neolaureati a distanza di 1-3-5 anni dal titolo conseguito. Il rapporto 2013 rileva come la percentuale di laureati occupati è del 55% ( -3% rispetto al 2012), la quota di laureati che è alla ricerca attiva di lavoro è salita al 31%, ma il restante 13% di laureati non lavora e non cerca lavoro.
La situazione occupazionale dei laureati varia a seconda della facoltà prescelta e la tabella sotto mostra in cima: Giurisprudenza 24%, seguita da Psicologia 18%. In coda Filosofia, Agraria e Sociologia con il 10%. Se queste sono le più inutili, quali saranno allora le più utili? Al primo posto Medicina, seguita da Ingegneria, Biotecnologie, Farmacia e Scienze Statistiche.
Quale sarà mai il guadagno medio, per esempio, di uno studente di Giurisprudenza appena laureato? 1,013 euro netti, il 20% in meno rispetto al 2007.
Questo post è stato pubblicato il 20 Febbraio 2016
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