Valeria Solesin, la ragazza italiana morta nel massacro di Parigi, era al ‘Bataclan’ quando i terroristi hanno aperto il fuoco. Ventottenne, era andata al concerto assieme al fidanzato, Andrea Ravagnani, la sorella di questi, Chiara, entrambi trentini, e il fidanzato di quest’ultima, il veronese Stefano Peretti. Loro si sono messi in salvo; oltre allo shock non hanno riportato conseguenze.
Valeria, stava svolgendo un dottorato in demografia all’Idem (l’istituto di Demografia dell’Università della Sorbona Parigi 1), si trovava con il fidanzato e i due amici all’ingresso del ‘Bataclan’ nel momento del primo blitz dei terroristi. Non erano ancora nella sala, ha spiegato dopo la strage un’amica veneziana della famiglia, che per prima ha dato la notizia della scomparsa di Valeria sui social media. Ma li’ si sono staccati; nella calca gli altri tre hanno perso contatto con Valeria. Nessuno l’ha più vista. “Già nella notte – racconta l’amica – abbiamo tentato di contattarla ma non c’è stato nulla da fare nel caos che è seguito all’assalto”.
“Stava entrando nel teatro quando deve esserci stato l’assalto. Proprio in questa fase sarebbe stata separata dal gruppo, perdendo la borsa con cellulare e documenti che è stata raccolta da una sua amica; poi il nulla“.
Solesin studiava in Francia da quattro anni ed è definita dagli amici come “uno dei cervelli in fuga dall’Italia”. Dopo aver conseguito la laurea a Trento, si era trasferita a Parigi per il dottorato in demografia. Nell’ateneo francese si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambini, oltre alla comparazione sociologica tra sistema francese e italiano.