Ormai le vacanze volgono al termine. E mentre dalla finestra gli universitari intravedono un mondo di sollazzi e divertimenti, il loro compagno di vita, il libro, li chiama a rapporto con timbro militare. Rispetto allo studio per settembre e la fine dell’estate un pensiero si fa largo più prepotentemente: esatto, esiste qualcosa di peggio rispetto alla preparazione degli esami e lo sberleffo da parte di chi invece può ancora godersi le vacanze. Dall’antro più oscuro della loro stanza proviene un richiamo, tra l’angoscioso e il turpe, che, se sono fuori sede da qualche anno, ormai riconosceranno bene: “Devi preparare i pacchi. Le valigie”. Metaforicamente, devono impacchettare tutta la vita che hanno vissuto nel tempo trascorso tra gli agi della patria natia e volgere verso la tua città universitaria. Skuola.net li aiuta a fare una lista di ciò che possono fare per riscaldarsi prima della partenza.
#6. Approfittare del pacco Marshall
In altri termini, devono fare la spesa da mamma e papà. Tutto ciò che può essere conservato, dal tonno in scatola (preziosissimo) ai detersivi, può essere preso e impacchettato.
#5. Fare una lista di ciò che devono lasciare e ciò che devono portare
Particolarmente, le chiavi: a chi non è mai capitato di partire con l’unica copia delle chiavi della macchina in borsa e accorgersene a metà viaggio? Proprio per evitare questo tipo di inconvenienti, meglio optare per la lista. E allo stesso fine, ricordarsi di segnare ciò che obbligatoriamente bisogna portarsi.
#4. Sfruttare al massimo il tempo per non subire la tristezza del rientro
Ritagliarsi un’ora per vedere gli amici, andare al mare, fare un giro in bici. Quando i fuori sede ripartiranno, mancheranno loro questi momenti. Per partire senza rimpianti evitare di passare la pausa pranzo davanti al televisore ed escire.
#3. Organizzare le tue pubbliche relazioni
Dal mare allo smog della città, dai verdi pascoli al rumore assordante dei clacson, il rientro è sotto certi aspetti traumatico. Se si vuole evitare di cadere in un limbo di apatica tristezza, fin dalla partenza bisogna organizzarsi con gli amici della casa universitaria per fare qualcosa che faccia passare i cattivi pensieri.
#2. Pensare a cosa potresti fare nella tua città adottiva
In fondo la bella stagione non è ancora finita, quindi perché non approfittarne per vedere qualche interessante spot della città universitaria?
#1. Prepararsi psicologicamente all’apertura di casa
Attenzione: la casa adottiva è stata chiusa per almeno un mese. Ogni minima distrazione verrà pagata cara, dalle ragnatele negli angoli ai conigli di polvere, fino ad arrivare ai limoni distrattamente lasciati nel frigo spento, che per lo meno saranno i primi a fare le feste mentre si mette piede in casa. La profilassi è scarna: meglio darsi alla boxe o alla meditazione per scaricare la tensione, intraprendere un percorso simil karate-kid per imparare a “togliere la cera, mettere la cera”… Oppure fare una bella playlist da pulizia per motivarsi.
(ansa)