L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia solo 19esima tra gli Atenei italiani. Così sentenzia la classifica del s9ole 24 Ore che assegna comunque all’UNIMORE un “bronzo” per quanto riguarda la didattica, con punte di eccellenza che riguardano la produttività dei suoi iscritti, l’opportunità di frequentare stage durante il percorso di studi e la occupabilità dei laureati.
La nuova graduatoria sulla “qualità” dei Atenei italiani redatta dal quotidiano milanese Sole 24 Ore consegna una fotografia in “chiroscuro” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia: da podio per quanto riguarda i parametri relativi alla misurazione della didattica, che gli valgono il 3° posto assoluto tra gli atenei pubblici, e da media classifica, ovvero 30° posto, nella valutazione della ricerca. Il risultato incrociato delle due performance collocano UNIMORE al diciannovesimo gradino per un punteggio complessivo di 61 punti.
Rispetto alle passate edizioni sono stati cambiati i parametri di valutazione adottati per formulare i giudizi così da offrire un quadro “più ricco ed articolato”, che tuttavia rende poco comparabili la attuale graduatoria con quella degli anni passati.
Ai fini della classifica sono stati presi in considerazione 12 indicatori: sostenibilità, ovvero il numero medio dei docenti nelle attività di base e caratterizzanti per i corsi di studio; borse di studio, ovvero la percentuale degli idonei che hanno ottenuto la borsa di studio; attrattività, ovvero la percentuale di immatricolati fuori regione sul totale degli immatricolati; stage, ovvero percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale; mobilità internazionale, ovvero la percentuale di crediti ottenuti all’estero sul totale; dispersione, ovvero la percentuale di immatricolati iscritti al secondo anno nella stessa università (da cui si ricava quanti studenti si perdono tra il primo ed il secondo anno di università); efficacia, ovvero media crediti formativi ottenuti in un anno per iscritto (corrispondente all’impegno degli iscritti nel sostenere esami durante l’anno); il voto degli studenti, ovvero il giudizio dei laureandi sui corsi di studio frequentati; l’occupazione, ovvero il tasso di studenti in cerca di lavoro a un anno dal titolo di studio; qualità della produzione scientifica, ovvero giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione dell’agenzia nazionale ANVUR; competitività della ricerca, ovvero capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca; e, infine, qualità dei dottorati, ovvero giudizi ottenuti dall’alta formazione nella valutazione ANVUR.
Dai punteggi dei singoli indicatori sono state ricavate due classifiche parziali: la prima, dedicata alla didattica, utilizza i primi nove indicatori, mentre la seconda, sulla ricerca, è il frutto degli ultimi tre. La graduatoria generale è stata realizzata calcolando la media dei punteggi ottenuti da ogni ateneo nelle due classifiche parziali relative a didattica e ricerca. Le due mission, quindi, pesano ciascuna per il 50% sul punteggio complessivo ottenuto da ogni singolo ateneo.
“Più della posizione complessiva – viene spiegato dagli estensori del Rapporto -, però, le indicazioni più interessanti arrivano dai singoli indicatori, che provano ad offrire un esame il più possibile completo su pregi e difetti di ogni ateneo. Così sul versante della didattica debuttano nuovi dati che provano a far luce sui temi più attuali per la formazione universitaria. Risponde a questa esigenza la misurazione del peso degli stage in azienda, e quello esperienze internazionali sulla carriera degli studenti, indicatori che indagano la capacità dell’ateneo di aprire all’esterno l’esperienza di studio dei propri iscritti e offrire loro strumenti in più da spendere sul mercato del lavoro. Un altro parametro al debutto è quello sul diritto allo studio, Molto importante il giudizio dei laureandi sul corso che stanno completando. Nel campo della ricerca, invece, le indagini dell’Agenzia Nazionale di Valutazione hanno rappresentato un deciso passo in avanti. Il processo che è partito, però, va urgentemente aggiornato e allargato, perché le pagelle dell’ANVUR finora fotografano il lavoro dei docenti strutturati fino al 2010, e lasciano quindi fuori i ricercatori più giovani e i lavori più recenti”.
Prima pari merito con altri 21 atenei per borse di studio erogate, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ottiene ottimi piazzamenti per quanto riguarda stage col 4° posto assoluto tra le università pubbliche, efficacia, ancora 4° posto assoluto. Altrettanto lusinghieri sono da considerarsi il 10° posto relativo al minor numero di laureati disoccupati a un anno dal titolo ed il giudizio dei laureandi, che gli valgono all’UNIMORE il 13° posto. Performance mediocri, da centro classifica, invece, sono quelle raccolte negli indicatori che misurano la qualità della ricerca.
“La fotografia che ci consegna l’analisi del Sole 24 Ore – dice il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – ci conferma la convinzione dell’eccellente lavoro fatto in questi anni per migliorare la didattica e l’occupabilità dei nostri laureati, frutto dell’attenzione che abbiamo sempre avuto per l’adeguatezza delle strutture e per le azioni intraprese a sostegno degli studenti durante il corso di studi. Non mancano elementi di criticità che ci vengono sottolineati da questo rapporto e che devono spingerci, soprattutto per quanto riguarda la ricerca, ad intensificare il nostro impegno nella partecipazione a progetti nazionali ed internazionali, ed a porre una maggiore attenzione sulla qualità delle Scuole di Dottorato, alla luce anche dei nuovi criteri di accreditamento introdotti a livello nazionale”.