Una larga percentuale (circa il 40%) dei prodotti di origine vegetale utilizzati nelle filiere agroalimentari ed agroindustriali nazionali è importata, rendendo vulnerabile l’economia italiana e pesando sul deficit commerciale. Inoltre gli effetti negativi sulla produttività agricola dei mutamenti climatici in atto, il rapido incremento della richiesta globale di derrate alimentari (stimata raggiungere +70% nel 2050) e la diminuita disponibilità di risorse naturali (acqua, fertilizzanti, terreni coltivabili, ecc.) impongono urgenti interventi per assicurare una adeguata disponibilità di alimenti (Food Security), una congrua remunerazione ai produttori e prezzi alla portata dei consumatori. Il raggiungimento di questi obiettivi richiede adeguati ed urgenti investimenti in ricerca, più funzionali sistemi di innovazione e la consapevolezza che tradizione ed innovazione non sono in antitesi ma anzi contribuiscono entrambe ad aumentare la competitività della filiera agroalimentare nazionale.
Il workshop, che vede alternarsi relatori del mondo della ricerca e del mondo industriale, si propone di stimolare il dibattito sul ruolo della ricerca sulle piante nell’ambito delle principali tematiche di EXPO 2015 e delle filiere dei prodotti “Made in Italy”. In particolare, verranno discusse le opportunità che ricerca ed innovazione, soprattutto nel settore della genomica, offrono per migliorare qualità e salubrità degli alimenti, aumentare la produttività per garantire un adeguato livello di Food Security e per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura in un contesto produttivo che va rapidamente mutando a seguito della riforma della PAC.
Nel corso del workshop verrà presentato per la prima volta al pubblico il progetto di sequenziamento del genoma del frumento duro, coltura strategica per l’Italia, reso possibile da una recente collaborazione tra CNR, CRA, ENEA ed Università. Il completamento di questo ambizioso progetto porrà l’Italia all’avanguardia a livello internazionale e consentirà importanti applicazioni per utilizzare al meglio la biodiversità esistente e per aumentare la competitività della filiera nazionale del grano duro e della pasta.
Questo post è stato pubblicato il 10 Giugno 2014
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