Università di Bologna. Avrà luogo il giorno 26 maggio una conferenza in cui si discuterà del potenziale di microcredito in Italia a partire dalla Regione Emilia-Romagna.
Il seminario si articola attraverso plenarie e quattro gruppi di lavoro tematici.
Parteciperanno, tra gli altri, gli Assessori Regionali Patrizio Bianchi e Teresa Marzocchi, Nurjahan Begum e Tamim Islam della Fondazione Grameen Trust, Riccardo Graziano Segretario Generale dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Guido Sarchielli per l’Università di Bologna, Luisa Brunori Vicepresidente della Fondazione Grameen Italia e PAM Università di Bologna.
Daranno il loro contributo inoltre: G. Bacchini (Agenzia Tu), F. Belletti (AECA), M. Benedetti (PerMicro), C. Bleve (GIF), G. Borghi (ASP Città di Bologna), M. Callari Galli (Istituzione Don Paolo Serra Zanetti), V. Capecchi (Unibo), F. Casari (ARCI Bologna), S. Chiesa (DSM e DP Piacenza), P. Cicognani (Regione Emilia Romagna), A. Corradini (Servizio officina Educativa Reggio E.), I. Curti (Caritas Reggio E.), D. D’Anna (CdLM Bologna), P. De Biasi (CSM Carpi), D. Ferraguti (GIF), F. Francese (PerMicro), F. Franzoni (IRESS), E. Giovannetti (Unimore), G. Guerzoni (Unibo), T. Islam (Grameen Trust), T. Lang (ISFOL), R. Lelleri (Osservatorio provinciale delle Immigrazioni Bologna), G. Magnani (CSM Carpi), M. Pavarini (Unibo), F. Pellegrini (GIF), A. Reho (PRAP Emilia Romagna), E. Rocco (Fondazione Simonini), R. Sacchetti (ASP Città di Bologna), G. Sarchielli (Unibo), P. Schildkraut (A.Ri.A.E.), M. Soragni (EquAzione), E. Testi (Yunus Social Business Università di Firenze), G.Buffagni (Sportello d’ascolto parrocchiale Modena).
La Fondazione Grameen Italia, nata dalla collaborazione tra Università di Bologna, Unicredit Foundation e Grameen Trust ha svolto una ricerca multidisciplinare sul territorio emiliano-romagnolo immaginando di applicare il microcredito a popolazioni socialmente escluse o a rischio di esserlo.
Le popolazioni considerate sono i detenuti, gli utenti dei Servizi di Salute mentale, i giovani, quelli che vengono denominati “neet generation” e i migranti. Attraverso la ricerca si è visto che sarebbe vantaggioso applicare il dispositivo del microcredito a queste popolazioni sia per loro, come individui sia per la Comunità che si potrebbe vedere sollevata da un impegno di welfare difficilmente sostenibile.
Sul microcredito si sono versati fiumi di inchiostro e la discussione è molto accesa. In Europa è considerato, insieme con il Social Business uno strumento socio-economico molto significativo su cui la Comunità è disposta a investire. Un problema molto rilevante è quello della applicazione pratica che deve fare fronte ad una concezione del credito tradizionale rispetto a cui il microcredito costituisce un vero e proprio ossimoro: “dare credito ai non bancabili”. E qui sta la sfida che viene superata dagli aspetti relazionali.
Il microcredito è un prestito con “impegno relazionale”. Attraverso il microcredito si valorizza l’orizzontalità dei rapporti sociali. Si può arrivare a dire che il denaro è un pretesto: un mezzo e non un fine. Il vero fine è trovare il modo di vivere una vita dignitosa fuori dalla povertà e dall’esclusione sociale con la soddisfazione di contribuire alla comunità nel suo insieme e diventarne membri a pieno titolo.
Questo pensiero ci rimanda all’evento fondativo della Città di Bologna celebrato nel Liber Paradisus.
Bologna non è nuova a queste discussioni. Già nel 2004 a Muhammad Yunus, l’ideatore del microcredito che ha tolto dalla povertà milioni di donne in Bangladesh, fu conferita dall’Alma Mater la laurea ad honorem in Scienze della Formazione. Nel 2006 è stato insignito del Premio Nobel per la pace.
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.